INDICI DI MERCATO
LA SCORSA SETTIMANA
Settimana positiva sui mercati dove il comparto azionario ha fatto registrare +3.11% a livello aggregato (MSCI World), con il settore tecnologico che recupera più del mercato (+5.19% per l’indice Nasdaq 100, e +4.67% per l’indice MSCI World Information Technology). Nel mondo obbligazionario, in discesa i rendimenti governativi del Vecchio Continente, con l’area periferica che restringe gli spread con il rendimento tedesco.
Giovedì 11 la BCE ha comunicato le proprie decisioni di politica monetaria. Come si attendevano gli investitori, il tasso di rifinanziamento dell’Area Euro viene mantenuto a 0%, mentre quello di deposito presso la banca centrale viene mantenuto a -0.5%. Mentre l’ammontare totale di acquisti rimane invariato a €1.85 trilions, la BCE prevede che l’ammontare di acquisti mensili aumenti nei prossimi trimestri, in modo da mantenere le attuali condizioni di rifinanziamento.
Durante la consueta conferenza stampa, Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea, ha dichiarato che il recente rialzo dei rendimenti può comportare un effetto di tightening involontario; questo sviluppo è stato determinante per la decisione di accelerare gli acquisti di titoli governativi. Nel suo discorso, la presidente della BCE ha affermato che l’istituto di Francoforte si attende una ripresa dell’inflazione nei prossimi mesi, la quale però non avrà un impatto di lungo periodo, e quindi non ha portato a rivedere le previsioni di inflazione futura (con le aspettative di inflazione invariate a 1.4% YoY per il 2023).
Eurostat ha pubblicato il dato sul PIL dell’Eurozona per il quarto trimestre 2020: l’economia dei 17 paesi a moneta unica si è contratta del 4.9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e dello 0.7% rispetto al terzo trimestre 2020, evidenziando, una volta di più, l’impatto che le restrizioni stanno avendo sull’attività economica. Nel dettaglio, i consumi privati e gli investimenti sono calati rispettivamente del 7.6% e dell’8.7%, evidenziando l’impatto negativo dovuto alle restrizioni ai movimenti e alle attività, mentre la spesa pubblica, in conseguenza agli aiuti governativi, è cresciuta del 2.5%.
Martedì 9 marzo è stato pubblicato il dato sulla produzione industriale italiana per il mese di gennaio 2021: il comparto ha fatto segnare un -2.4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (facendo comunque meglio delle attese di -4.1%), ma crescendo dell’1.0% rispetto a dicembre 2020. Mercoledì è stata la volta della produzione industriale francese, che, nel mese di gennaio ha subito un calo di 0.2% anno su anno, ma è cresciuta del 3.3% rispetto a dicembre 2020. Venerdì è toccato, infine, alla produzione industriale dell’Eurozona: per il mese di gennaio 2021 il dato ha segnato un +0.8% su base mensile e +0.1% rispetto al gennaio 2020. Il dato annuale, facendo registrare una leggera crescita, ha battuto le stime che prevedevano un calo di 1.9%, segnalando che il comparto manifatturiero del Vecchio Continente, seppur convivendo con le restrizioni governative, si trova in un momento positivo.
In settimana, l’OCSE ha rivisto al rialzo le proprie previsioni di crescita del PIL global per il 2021, ipotizzando un ritorno ai livelli pre-pandemici già per la metà dell’anno in corso, grazie alla maggior resilienza mostrata dalle diverse economie globali nell’ultima parte del 2020. Altri tasselli fondamentali che hanno portato alla decisione di rialzare le prospettive di crescita sono legati all’efficacia dei vaccini, e, soprattutto, alle decisioni di spesa pubblica dei vari governi in giro per il mondo, non da ultimo il recente pacchetto fiscale approvato dal senato americano.
Nel dettaglio, l’OCSE prevede che il PIL globale crescerà del 5.6% nel 2021 (rivedendo al rialzo le precedenti aspettative di +4.2%). Come detto, uno dei traini principali, secondo l’organizzazione con sede a Parigi, sarà rappresentato dall’ingente pacchetto fiscale statunitense, il quale, oltre a portare ad un rialzo delle aspettative pe la crescita economica americana a +6.5% (raddoppiando le precedenti attese di +3.2%), creerà un impatto positivo per l’attività economica globale stimato in circa un punto percentuale.
Per quanto riguarda l’area asiatica, in Cina, durante la conferenza che ha concluso la riunione del National People’s Congress, il primo ministro Li Keqiang ha dichiarato che gli obiettivi principali per il 2021 saranno quello di una crescita economica stabile e la creazione di nuovi posti di lavoro. Rispondendo alle domande dei giornalisti, il premier ha poi ribadito che il target fissato del 6% di crescita del PIL per l’anno in corso non è un ridimensionamento delle aspettative, ma permette di evitare una forte variazione della crescita del PIL anno dopo anno, che inficerebbe sull’affidabilità delle autorità economiche cinesi.
L’area statunitense continua a fornire dati incoraggianti, in particolare, il dato di giovedì sulle richieste iniziali di sussidio di disoccupazione US è calato più delle aspettative ed ha raggiunto il valore più basso da novembre 2020. La diminuzione è ricollegabile alle graduali riaperture dell’attività in diversi stati (tra i più recenti Texas, Mississippi e Wyoming) con il progredire della campagna di vaccinazione.
Sempre nello stesso giorno, nella notte europea, a Washington, la Camera dei Rappresentanti statunitense ha approvato definitivamente il pacchetto di stimolo fiscale da $1.9 trilions. Il disegno di legge chiamato American Rescue Plan è passato con 220 voti favorevoli, tutti del partito democratico, contro i 211 contrari di un compatto partito repubblicano.
Continua a tenere banco il tema del ritorno dell’inflazione e le preoccupazioni riguardanti possibili scelte di rialzo dei tassi di riferimento da parte delle banche centrali.
Su questo fronte, mercoledì 10 è stato pubblicato il dato CPI US per il mese di febbraio: l’indice generale è cresciuto del 0.4% rispetto a gennaio 2021 (confermando le attese), ma, considerando il sottoindice che esclude le componenti più volatili come prezzi dell’energia e degli alimentari, esso è cresciuto dello 0.1% (sotto le attese di +0.2%). La stessa dinamica si è avuta anche nella variazione rispetto al febbraio 2020, l’indice generale è cresciuto dell’1.7%, mentre il sottoindice CPI ex Food ed Energy è cresciuto dell’1.3%, anche in questo caso sotto le attese di +1.4%.
Il successivo dato dell’Indice dei Prezzi ai Produttori (PPI), però, ha fatto segnare una crescita di +2.8% rispetto a febbraio 2020. Anche l’indice “core”, epurato dalle categorie volatili (energetici e alimentari), ha fatto registrare un aumento del +2.5% rispetto allo stesso periodo del precedente anno. Nel commento alla pubblicazione, diverse imprese hanno evidenziato come siano riuscite a trasferire l’aumento dei prezzi da loro pagati ai consumatori finali. Il dato, uscito venerdì 12, ha riacceso il dibattito sulla possibilità che tale dinamica sia di breve durata oppure, una volta assimilata dall’indice dei prezzi al consumo, diventi strutturale portando a modifiche dell’attuale orientamento monetario.
Nel mese di gennaio la produzione mineraria del Sud Africa, uno dei principali esportatori di materie prime al mondo, ha fatto registrare un calo di 6.2% (contro attese di -3.0%) rispetto allo stesso mese 2020, ma il dato è in crescita del 4.5% (meglio delle attese di +0.4%) se comparato con quello di dicembre 2020. Come segnalato anche nello scorso commento, l’aumento della domanda di materie prime, ma il non parallelo aumento dell’offerta/produzione, ha comportato un aumento del loro prezzo, favorendo il recente rialzo delle aspettative di inflazione.
Tra gli altri eventi rilevanti accaduti nella scorsa settimana, le società Tencent Holding e Baidu sono state multate dalle autorità finanziarie cinesi per accordi e acquisizioni di anni passati. Molti considerano le recenti sanzioni, iniziate nell’autunno scorso con Alibaba e la sua controllata Ant Group, come il tentativo delle autorità politiche di ridurre l’influenza delle società tecnologiche locali che negli ultimi anni hanno assunto un ruolo sempre più dominante.
QUESTA SETTIMANA
L’evoluzione della pandemia è un tema sempre presente nelle riflessioni degli investitori: da segnalare su tale fronte che se da un lato l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha approvato l’utilizzo del vaccino Johnson&Johnson, dall’altro, diversi governi hanno deciso di sospendere la somministrazione del vaccino Astrazeneca per ragioni di sicurezza.
La stessa Astrazeneca ha dichiarato che durante il primo trimestre 2021 non riuscirà a consegnare il numero di vaccini concordato con la Commissione Europea, ma si è impegnata a sopperire a tale riduzione durante il secondo trimestre. Alla richiesta di spiegazioni da parte delle autorità europee, l’azienda inglese ha risposto che il blocco delle esportazioni imposto da diversi paesi extra-UE ha comportato una riduzione delle dosi disponibili per il blocco unico.
Per quanto riguarda il nostro paese, in considerazione dell’aggravarsi dei dati sui contagi, il governo ha deciso di procedere ad un inasprimento delle restrizioni per la maggior parte delle regioni: metà della penisola è diventata “zona rossa”, con la maggior parte delle attività economiche chiuse, mentre l’altra metà si troverà in “zona arancione”, quindi con severe restrizioni; fa eccezione la Sardegna che rimane “zona bianca”, dove la maggior parte delle restrizioni sono sospese.
Gli occhi degli investitori rimangono sicuramente rivolti alla riunione della Federal Reserve di mercoledì 17, nella quale verranno comunicate le decisioni di politica monetaria. Il mercato non si attende una modifica immediata al sostegno della banca centrale, ma guarderà con attenzione le previsioni di crescita economica, e, soprattutto, soppeserà le parole e i toni che utilizzerà il governatore Powell parlando della tematica dell’inflazione per meglio comprendere le mosse future dell’istituto monetario di Washington.
Martedì 16 marzo verrà pubblicato il dato ZEW sulla fiducia delle imprese tedesche; se, da un lato, il mercato si attende che il dato sulla situazione attuale sia ancora negativo, dall’altro, gli investitori si aspettano in un miglioramento del dato sulla situazione prospettica, in conseguenza dell’aumento del numero di vaccinati.
Sempre martedì verranno pubblicati i dati sulle vendite a pubblico per gli Stati Uniti, e sulla produzione industriale US per il mese di febbraio. Entrambi i dati sono molto importanti, specialmente in questo frangente, perché segnalano il livello dei consumi delle famiglie e l’attività delle imprese e pertanto il grado di riapertura dell’economia a stelle e strisce con il progredire della campagna vaccinale.
Giovedì 18 e venerdì 19 sarà invece la volta della Bank of England e della Bank of Japan di comunicare le proprie decisioni di politica monetaria. In entrambe le riunioni, gli investitori si attendono che le banche centrali mantengano l’attuale orientamento monetario al fine di supportare le rispettive economie ancora alle prese con i risvolti della pandemia.
CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE
No news, good news! Dopo l’intervento di Christine Lagarde, ora gli investitori avranno gli occhi puntati su Jerome Powell. Un intervento in continuità con quanto affermato dalla presidente della BCE, volto a rafforzare il messaggio di una banca centrale pronta a supportare la ripresa economica, rappresenterebbe certamente un catalyst positivo.
Vedremo se la sola dialettica del presidente FED si rivelerà esauriente, e in grado di tranquillizzare per gli investitori o se più probabilmente, proprio al fine di rafforzare il suo messaggio, la Federal Reserve dichiarerà di voler intensificare gli acquisti sulle scadenze più lunghe della curva governativa.
Un miglioramento delle condizioni sanitarie, che permetterebbe di ridurre le restrizioni e di continuare la riapertura delle principali economie globali, unito alle decisioni di spesa da parte dei governi e alle rassicurazioni delle banche centrali sul perdurare del supporto monetario, sono fondamentali in questa prima fase di ripresa dell’attività economica e dare maggior fiducia agli investitori.
POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE
Ottima la performance delle linee di gestione, soprattutto di quelle con una maggiore componente azionaria, che recuperano quanto perso la settimana precedente e raggiungono il nuovo massimo da inizio anno. Anche la linea Chronos, che aveva perso terreno per via della maggiore esposizione al settore tecnologico americano ha recuperato il terreno perduto e di portarsi sui massimi da inizio anno.
Le linee obbligazionarie, grazie al restringimento degli spread tra titoli corporate e governativi, hanno avuto anch’esse una performance positiva, da rilevare, come fatto straordinario, la sovraperformance del segmento investment-grade rispetto al segmento high-yield
Infine, la SICAV SCM Stable Return mantiene un rendimento molto positivo e il NAV supera il livello di 108, supportata dalla gestione dell’esposizione al cambio Euro/Dollaro e alla diversificazione dei titoli in portafoglio.