Analisi dei mercati del 19.04.2021

INDICI DI MERCATO

LA SCORSA SETTIMANA

Settimana positiva per i listini azionari (MSCI World +1.38%), con una sovraperformance dell’area europea (Eurostoxx 50 +1.82%) rispetto a quella americana (S&P500 +1.23%, Nasdaq 100 +0.83%, e Dow Jones +0.76%). Nel comparto obbligazionario, si è assistito ad un rialzo dei rendimenti governativi nell’area euro, che, vista la sostanziale stabilità della componente corporate, ha fatto registrare un restringimento degli spread. Buona performance del petrolio che, grazie alle migliorate prospettive sulla domanda e al dato sulle riserve americane, ha messo a segno un +6.40% negli ultimi cinque giorni.

Nella giornata di martedì 13 aprile, negli Stati Uniti, è stato pubblicato l’atteso dato sull’inflazione per il mese di marzo. L’indice dei prezzi ai consumatori americani è cresciuto del 2.6% anno su anno, portandosi quindi sopra il target della banca centrale del 2%. L’incremento dei prezzi è legato a doppio filo con la situazione pandemica: da un lato le graduali riaperture dell’ultimo periodo hanno provocato una risalita dei prezzi dei servizi legati ai viaggi e di beni quali la benzina, dall’altro lato, diversi analisti evidenziano come il dato annuale sia influenzato anche dal brusco calo dell’indice dei prezzi nel marzo 2020, quando lo scoppio della crisi sanitaria globale ha costretto anche il governo degli Stati Uniti a chiudere la maggior parte delle attività.

Sul fronte pandemico, la settimana scorsa si è aggiunto un nuovo capitolo quando Johnson&Johnson ha visto sospendere l’uso del proprio vaccino da parte della FDA, l’autorità americana per il farmaco, a causa di complicanze in alcuni pazienti. La società americana ha deciso quindi di sospendere in via precauzionale l’utilizzo del proprio siero anche sul territorio europeo in attesa di effettuare le dovute verifiche per confermarne la sicurezza.

Il governo danese ha deciso di escludere il siero di Astrazeneca dal programma di vaccinazione contro COVID-19. La Danimarca era stato il primo paese a sospendere il vaccino inglese, dopo i primi casi di complicanze nei pazienti immunizzati, e non aveva ancora ripreso il suo utilizzo, nonostante le rassicurazioni dalle autorità sanitarie, sia locali che internazionali.

Il governo italiano prevede di emettere €45 miliardi di debito aggiuntivo nel 2021 al fine di sostenere le misure economiche adottate durante il lockdown. In aggiunta, il governo Draghi potrebbe proporre al Parlamento ulteriori €5 miliardi per creare un fondo per gli investimenti, che potrebbe successivamente crescere fino a 30 miliardi di euro.

Sul fronte dei dati macroeconomici, si segnala che:

Martedì 13 aprile è stato pubblicato l’indice ZEW sulla fiducia degli investitori tedeschi. Durante il sondaggio di aprile, gli investitori tedeschi hanno fatto registrare un deterioramento delle loro aspettative per il futuro, facendo passare l’indice da 76.6 a 70.7, mentre le attese erano per un ulteriore miglioramento a 79.0. L’improvviso pessimismo che si evince dalla ricerca è dovuto alle perduranti restrizioni nel paese, che allontanano la ripresa della normale attività economica.

Venerdì 16 è stato pubblicato, in Cina, il dato sulla crescita del PIL. Nel primo trimestre 2021 l’economia del gigante asiatico è cresciuta del 18.3% rispetto al primo trimestre 2020: si tratta del dato più alto mai pubblicato, che però è influenzato dalle chiusure imposte dal governo nel periodo gennaio-marzo 2020 che avevano depresso l’attività economica. Proprio per questo molti analisti si sono concentrati maggiormente sul dato QoQ, che ha evidenziato un rallentamento da +3.2% nell’ultimo periodo 2020 a +0.6% nel trimestre appena conclusosi; la causa principale è stata riscontrata nell’aumento dei contagi che ha impedito un regolare svolgimento del Capodanno Lunare.

La reazione degli investitori alla pubblicazione del PIL cinese è stata composta perché, nonostante il dato record, i funzionari di Pechino hanno segnalato che prevedono di ridurre gradualmente il supporto fiscale e monetario, per evitare che l’economia si “surriscaldi”: la banca centrale cinese ha già comunicato alle banche commerciali del paese di iniziare i prestiti erogati, mentre diverse agenzie governative stanno intensificando i controlli sul settore immobiliare, cresciuto al tasso più elevato da sette mesi.

Tra gli altri eventi degni di nota:

Come anticipato lo scorso commento è cominciata la reporting season per il primo trimestre 2021. Ad aprire le danze è stata JP Morgan, seguita da vicino dagli annunci di Wells Fargo, Goldman Sachs, Citigroup, Bank of America, e Morgan Stanley. Tutte le banche citate hanno riportato utili sopra le attese, ben supportati dall’attività di trading e dalla riduzione delle riserve poste a garanzia di crediti inesigibili, grazie alle migliorate prospettive economiche. L’elemento negativo è stato, invece, rappresentato dal dato sull’erogazione di mutui e prestiti, calato per le banche tradizionali; proprio quest’ultimo dato è stato particolarmente osservato dagli investitori che infatti hanno penalizzato banche come JP Morgan, Bank of America e Citigroup.

Tra le altre società che hanno presentato la propria attività trimestrale durante questa settimana c’è stata Pepsi, che ha annunciato vendite migliori delle aspettative, supportate dai consumi casalinghi legati al distanziamento sociale. Il CEO Laguarta ha dichiarato che la società sta già riscontrando una domanda in crescita da parte delle attività di ristorazione, segno di un progressivo ritorno alla normalità, ma si attende comunque che i consumi legati allo “stay-at-home” rimarranno costanti anche in futuro.

Taiwan Semiconductor Manufacturing Company, la più grande società produttrice di microchip al mondo, ha riportato utili in crescita del 19.4%, rispetto al primo trimestre 2020. La società ha annunciato che la riduzione dell’offerta di semiconduttori a livello globale potrebbe durare anche nel 2022, portando ad un aumento dei prezzi derivante da una domanda di microchip in ripresa. Proprio per poter far fronte a questa aumentata domanda, mantenendo prezzi ragionevoli, la società taiwanese ha deciso di investire $100 miliardi nei prossimi tre anni per aprire nuovi stabilimenti produttivi.

L’amministrazione Biden ha deciso di sanzionare diverse società russe per interferenze durante le ultime elezioni presidenziali e per spionaggio. Al fine di rafforzare le sanzioni, il Dipartimento di Stato americano ha anche annunciato che le banche americane non potranno partecipare all’acquisto di nuove emissioni di debito della Russia e di diverse organizzazioni statali come la Banca Centrale russa e il Ministero delle Finanze di Mosca.

La Consob ha dato il via libera all’acquisto di Borsa Italiana da parte della francese Euronext. L’operazione porterà alla nascita della più grande piazza borsistica continentale, che gestirà un quarto degli scambi azionari in Europa e le contrattazioni di 28 società presenti nell’indice Eurostoxx 50.

Air France-KLM ha iniziato un aumento di capitale che dovrebbe raccogliere €988 milioni, con la possibilità di aumentare la size a 1.1 miliardi. Il governo francese e China Eastern Airlines, che ha una partnership con la compagnia francese, si sono impegnati a sottoscrivere €778 milioni; dall’altra parte invece, il governo olandese, entrato nell’azionariato con la fusione tra Air France e KLM, ha deciso di non partecipare all’operazione. L’aumento di capitale si è rivelato necessario in quanto il blocco dei voli per la maggior parte del 2020 ha comportato una seria crisi per l’aviolinea d’oltralpe.

L’Egitto ha deciso di porre sotto sequestro la portacontainer Ever Given, responsabile del blocco del Canale di Suez che ha comportato lo stallo di gran parte del traffico diretto verso l’Asia, in attesa di ricevere il pagamento di $900 milioni per i danni causati dall’incaglio e per pagare le successive operazioni di rimozione della nave.

La nuova ondata pandemica potrebbe causare anche la cancellazione definitiva delle Olimpiadi da parte del Giappone. Il governo del paese del Sol Levante sta infatti valutando la rinuncia ad ospitare l’evento sportivo più importante al mondo perché il recente aumento di casi, considerato particolarmente grave ad Osaka, sta mettendo in seria difficoltà il sistema sanitario giapponese.

QUESTA SETTIMANA

La notizia della sospensione del vaccino Johnson&Johnson è stata sicuramente un brutto colpo per le campagne vaccinali, in particolare per quelle europee che puntavano sulla facilità di conservazione delle dosi e sulla singola somministrazione per imprimere l’accelerazione auspicata da più parti e far permettere l’eliminazione delle restrizioni nel Vecchio Continente così come fatto in altri paesi in giro per il mondo.

L’evento più importante della settimana è sicuramente rappresentato dalla riunione del direttivo BCE e dalle decisioni riguardanti la politica monetaria dell’area euro. Le attese degli investitori sono per il mantenimento dell’attuale orientamento di sostegno, e l’attenzione si focalizzerà maggiormente sulle parole della presidente Christine Lagarde circa lo stato di salute dell’economia europea e su possibili dettagli sul futuro della politica dell’istituto di Francoforte.

Continua il periodo di presentazione delle trimestrali: questa settimana toccherà a American Express, Netflix, IBM, Intel, Verizon, Nextera, Daimler, Kia, Volvo, Dow. Nel comparto bancario sarà la volta di Credit Suisse, da cui ci si attendono dettagli riguardanti l’ammontare delle perdite legate ai recenti fallimenti di Archegos e Greensill.

Coca-Cola ha comunicato vendite migliori delle attese. La buona performance della società con sede ad Atlanta evidenzia il grado di ritorno alla normale vita economica e sociale di diversi paesi, come anche sottolineato dal CEO Quincey. Tra i potenziali problemi per il prossimo futuro vi sono i costi di materie prime quali l’alluminio, per produrre le lattine, e lo zucchero necessario per produrre le bevande; il CFO Murphy ha dichiarato che eventuali operazioni di copertura dei costi saranno decise su base locale dalle diverse realtà del gruppo. Infine, Coca-Cola ha anche annunciato che intende vendere parte delle proprie operazioni in Africa tramite la quotazione di Coca-Cola Beverages Africa.

CONSIDERAZIONI FINALI

You don’t want to remove either crutch, the fiscal and monetary, until the patient can actually walk fine…”

Il tanto temuto tasso d’inflazione oltre il 2% è arrivato, quanto meno negli Stati Uniti. La reazione dei mercati è stata per certi versi inaspettata, invece di allontanarsi dai titoli governativi americani, temendo un più rapido rialzo del tasso di riferimento, gli investitori hanno deciso di fidarsi, almeno per il momento, delle parole di Jerome Powell e non si è assistito ad un rialzo dei rendimenti governativi oltreoceano e la conseguente correzione del comparto growth.

Sul fronte del sostegno monetario, da più parti si è iniziato ad ipotizzare che il miglioramento delle condizioni economiche, derivante dalle campagne vaccinali, potrebbe portare la Banca Centrale Europea a terminare anticipatamente il programma di acquisti pandemico PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme). Come però dichiarato anche nelle più recenti occasioni, la Banca Centrale Europea, ed in particolare la sua presidente, non hanno nessuna intenzione di privare la nascente ripresa economica del sostegno monetario necessario a fare uscire il Vecchio Continente dalla crisi.

In questo senso, un significativo passo avanti nella definizione del Recovery Fund è stato fatto quando la Commissione Europea ha annunciato il programma di emissione di debito comune europeo atto a finanziare proprio il piano d’investimenti comunitario. La notizia è sicuramente un catalyst positivo per i paesi europei, che sembrano sempre più decisi a mettere da parte le vecchie ideologie in materia di spesa pubblica, per poter far ripartire l’economia dell’Unione Europea.

POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE

Nell’ultima settimana si è avuta una performance positiva per tutte le linee con componente azionaria. Le linee Aggressiva e Chronos continuano il loro “tira-e-molla” per la palma di linea con il rendimento migliore: entrambe hanno toccato i massimi da inizio anno e storici.

Grazie al buon andamento del settore small-cap, la linea PIR continua la sua performance positiva, portandosi a +9.28% da inizio anno.

Sostanzialmente invariata, invece, la performance delle linee obbligazionarie, complice l’andamento generale del comparto.

Frenata per la performance della SICAV SCM Stable Return, che complice l’andamento del cambio Euro/Dollaro ha perso il livello massimo di 109.02, chiudendo la settimana a 108.77, e mantenendo comunque ampiamente positiva da inizio anno.

Analisi dei mercati dell’ 08.03.2021

INDICI DI MERCATO

LA SCORSA SETTIMANA

La settimana passata è stata caratterizzata dai soliti eventi legati alla pandemia e dalle crescenti preoccupazioni per il riaffacciarsi sul mercato dell’inflazione.

Sul fronte dell’evoluzione della pandemia e del procedere delle campagne vaccinali, prima la Francia, e poi anche la Germania, dichiarano che il vaccino Astrazeneca può essere somministrato ai cittadini ultrasessantenni, basandosi su dati aggiornati provenienti dai paesi che non hanno mai limitato la somministrazione del vaccino inglese. La decisione avrà un effetto positivo sul numero di vaccinazioni al fine di garantire il prima possibile la copertura contro il virus per la maggior parte della popolazione e, conseguentemente, una più rapida uscita dai lockdown. Il governo italiano, per far fronte alle inefficienze riscontrate da più parti, ha deciso di cambiare i vertici della cabina di regia ideata per distribuire i vaccini.

L’agenzia europea per i medicinali (EMA), ha deciso di iniziare il processo di revisione del vaccino russo Sputnik, al fine di verificarne la sicurezza e l’efficacia prima di autorizzarne l’uso anche nei paesi della Comunità Europea. Nel frattempo, Slovacchia e Ungheria, che avevano iniziato trattative private con la Russia per il vaccino, hanno dichiarato di averne ricevuto le prime dosi; altri paesi comunitari, come Austria e Repubblica Ceca, hanno deciso di aprire un canale con la Russia per poter ottenere lo Sputnik prima del via libera dell’autorità UE ed accelerare le vaccinazioni.

Sempre sul fronte vaccini, l’amministrazione americana ha dichiarato che per la fine di maggio saranno disponibili dosi sufficienti per vaccinare tutta la popolazione adulta, grazie anche ad un accordo tra Merck e Johnson&Johnson, caldeggiato dal governo, per aumentare la produzione.

Sul versante dati macroeconomici, da sottolineare:

Sul versante Europeo i dati PMI Europei pubblicati da IHS Markit segnalano un timido miglioramento delle aspettative da parte delle imprese. Sebbene il dato composito europeo rimanga in territorio di contrazione (48.8 vs 47.8 del mese di gennaio, e attese di 48.1 per il mese di febbraio), raggiunge il valore più alto da due mesi. Il dato composito è pesato dalla componente dei servizi che si attesta a 45.7 nel mese di febbraio, confermando le difficoltà del settore a causa delle restrizioni imposte dai governi del Vecchio Continente per far fronte al riacutizzarsi dei contagi. Il dato manifatturiero, invece, si conferma in territorio di espansione a 57.9 vs 54.8 del mese di gennaio, consegnando il dato più alto da febbraio 2018. La fotografia che ne emerge è di un comparto industriale più positivo per il futuro, questo anche in considerazione del fatto che le ultime restrizioni hanno interessato maggiormente il settore dei servizi.

Giovedì 4 marzo è stato inoltre pubblicato il tasso di disoccupazione dell’Eurozona, calcolato da Eurostat: per il mese di gennaio la disoccupazione europea è scesa all’8.1%, invariata rispetto alla revisione del mese di dicembre, che ha portato il dato dall’8.3% all’8.1%, e con aspettative di disoccupazione in crescita all’8.3%. Il tasso di disoccupazione per l’Unione Europea, quindi comprendente anche le nazioni non-euro, si è attestato al 7.3%, anche in questo caso invariato rispetto a dicembre 2020.

Sul versante USA altrettanto buono l’indice ISM Manufacturing US, più osservato negli Stati Uniti rispetto al corrispettivo indice Markit, che cresce di 2.1 punti a febbraio da 58.7 a 60.8, e si posiziona sopra le attese di 58.9 rafforzando le aspettative di una ripresa a “V” dell’economia americana. Dal commento relativo ai dati ISM, diversi manager comunicano difficoltà nel reperimento delle forniture, che potrebbe avere un riflesso temporaneo sui prezzi finali dei prodotti, e quindi sull’inflazione. Per quanto riguarda l’indice ISM Services US, invece, il dato per il mese di febbraio è 55.3, in calo rispetto al 58.7 di gennaio e disattendendo le attese per una non variazione rispetto al mese precedente.

Venerdì 5 marzo è stata la volta dei dati sul mercato del lavoro: nel mese di febbraio, gli Stati Uniti hanno aggiunto 379’000 posti di lavoro, molto sopra le attese di 200’000 nuovi occupati e superiori al dato rivisto di gennaio che è passato da 49’000 a 166’000. Il dato evidenzia una ripresa del mercato occupazionale dopo alcuni mesi con più ombre che luci, soprattutto grazie ad una crescita di 355’000 unità nel settore del tempo libero e dell’ospitalità, una delle componenti più duramente colpite dalla pandemia. Il dato sui nuovi occupati, unito ad un tasso di partecipazione stabile al 61.4%, ha portato ad una riduzione del tasso di disoccupazione dal 6.3% al 6.2%.

Se quindi la situazione covid continua a tenere banco e tendenzialmente a mantenersi in equilibrio precario tra nuove infezioni e ottimismo sui vaccini, a condividere la scena, e tenere in apprensione i mercati finanziari ci ha pensato il rinnovato timore dell’inflazione, soprattutto sul versante statunitense. Nell’ultimo periodo le aspettative d’inflazione si sono mosse al rialzo principalmente a causa di un aumento del prezzo delle materie prime dovuto alla riapertura delle principali economie utilizzatrici a cui però non ha fatto seguito un parallelo aumento dell’offerta, poiché molte delle economie produttrici ed esportatrici sono tuttora soggette a restrizioni.

Un fattore molto importante da tenere in considerazione, come ripetuto più volte, è legato alle aspettative di inflazione da parte degli investitori. Esse, infatti, si riflettono sulle valutazioni azionarie, perché un aumento dell’inflazione causa tassi futuri in rialzo, i quali, a loro volta, comportano una riduzione delle previsioni degli utili e quindi un calo dei listini azionari. Il fenomeno appena descritto è ben visibile nell’andamento recente dell’indice Nasdaq, che, comprendendo società tendenzialmente con multipli elevati, ha sottoperformato gli altri indici americani, soprattutto l’indice Dow Jones Industrial Average, i cui membri presentano, in media, multipli più bassi.

Fig.1  Nello stesso periodo di osservazione l’indice Nasdaq ha riportato una performance negativa di circa  -8% contro un rendimento dell’indice Dow-Jones di +1.4%.

Uno dei principali listini azionari USA in calo non rappresenta certamente una buona notizia, nemmeno per le autorità economiche e monetarie.

Per calmierare gli animi, Intervenendo in un’intervista al Wall Street Journal, il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha dichiarato che la banca centrale sta seguendo con attenzione la recente dinamica dei rendimenti governativi ed ha ribadito che la FED non sta prendendo in considerazione un rialzo dei tassi d’interesse. L’intento naturalmente è quello di far percepire al mercato che la Banca Centrale Statunitense ha il pieno controllo dell’evoluzione della curva dei tassi e rimane espansiva per continuare a favorire il processo di ripresa economica in atto.

In Europa, più indietro rispetto agli Usa per quanto riguarda la ripresa economica, l’inflazione resta un tema sostanzialmente sotto controllo

La narrazione Europea rimane molto distante da quella americana: una ripresa dell’inflazione a livello europeo è tutto sommato ben vista da parte delle autorità monetarie, in quanto, come sappiamo, una crescita stabile dei prezzi vicino, ma sotto, il 2% annuale che è il target fissato dalla Banca Centrale Europea.

L’indice di inflazione “core” europeo di martedì 2 è risultato in calo a 1.1% da 1.4%, confermando le attese.

Leggermente al rialzo invece i dati nazionali: In Germania il dato preliminare armonizzato pubblicato Lunedi 1 rimane invariato a 1.6% anno su anno, il livello più alto raggiunto in un anno. In Italia, lo stesso dato CPI armonizzato ha fatto registrare una ripresa attestandosi a 1.0% annuale contro previsioni di 0.7%.

La settimana si è infine chiusa con un’altra importante notizia.

Nela notte di domenica il senato americano ha approvato il pacchetto fiscale da $1.9 trilions fortemente voluto dall’amministrazione Biden. Si tratta della sesta iniezione di spesa pubblica dall’inizio della pandemia, che porta il totale degli aiuti governativi al 25% del PIL americano. La nuova misura contiene un insieme di provvedimenti di carattere assistenziale che puntano ad aumentare il reddito delle famiglie, prolungare le indennità di disoccupazione, e trasferire circa $350 miliardi nelle casse delle amministrazioni locali più colpite dalla crisi. Più nel dettaglio, sono in arrivo $1’400 dollari alla maggioranza dei cittadini americani, sono previsti $130 miliardi per la scuola, $14 per i vaccini, e $300 miliardi settimanalmente per la disoccupazione, prorogata fino a settembre. Ora la palla torna alla camera per l’approvazione finale. Lo stimolo fiscale è ritenuto eccessivo da diversi investitori, ma anche dai membri più conservatori del congresso, in considerazione delle già buone condizioni dell’attività a stelle e strisce, e pertanto potrebbe comportare un surriscaldamento dell’economia, che si rifletterebbe su un aumento dei prezzi dei beni.

Infine, tra gli eventi segnalati nello scorso commento e degni di menzione ricordiamo:

In settimana, il governo italiano ha emesso il suo primo titolo di stato green, per una size di 8,5 miliardi di euro. L’obbligazione ha scadenza 30 aprile 2045 e una cedola di 1,50%. La domanda per questa prima emissione sostenibile è stata di circa 80 miliardi, oltre il doppio rispetto alla domanda generata dall’emissione green della Germania nel 2020, dimostrando che, nonostante il recente rialzo dei rendimenti governativi, la componente green/sostenibile attrae sempre di più l’interesse degli investitori.

La riunione dei membri del cartello OPEC+ si è conclusa con la decisione di non ridurre i tagli alla produzione, nonostante la crescente domanda di greggio conseguente alla graduale ripresa economica. La decisione ha spiazzato molti analisti, i quali, invece, si attendevano un rilassamento dei tagli proprio per soddisfare tale crescente domanda. In particolare, oltre al mantenimento del livello generale di produzione attuale, l’Arabia Saudita manterrà in essere il proprio taglio volontario di 1 milione di barili giornalieri deciso nella precedente riunione. La prima reazione dell’oro nero è stata di portarsi sopra quota $65 al barile, per la prima volta da gennaio 2020, per poi proseguire al rialzo e chiudere la settimana a $66.

QUESTA SETTIMANA

L’evolversi della situazione pandemica ha sempre la massima importanza per gli investitori, anche a fronte delle già citate differenze tra aree geografiche. Lo scenario maggiormente sposato dai mercati è quello della ripresa economica, grazie all’intensificarsi degli sforzi dei diversi governi mondiali per procedere ad una rapida vaccinazione e raggiungere il più rapidamente possibile l’immunità di gregge per far cadere definitivamente ogni restrizione.

Mercoledì 10 e giovedì 11 marzo si riunirà la Banca Centrale Europea. La presidente Christine Lagarde sarà chiamata a conciliare le posizioni tra i membri del consiglio direttivo che osservano con attenzione il recente aumento dei rendimenti governativi, e quelli che non ritengono la recente dinamica preoccupante perché segnale di ripresa economica. Gli investitori osserveranno attentamente anche i flussi di acquisti da parte della banca centrale per verificarne le decisioni, dato il calo dei flussi della settimana passata.

Tra i dati economici principali troviamo il PIL giapponese per il 4Q in pubblicazione il 9 marzo, che permetterà di avere un’idea dell’impatto del virus su uno dei paesi che meglio ha gestito la crisi sanitaria. A seguire, lo stesso giorno, verrà pubblicato il PIL per l’Eurozona, il quale darà una rappresentazione dello stato delle economie del Vecchio Continente.

Durante la settimana saranno pubblicati i dati riguardanti la produzione industriale di gennaio in Europa: lunedì mattina è toccato alla Germania, la quale ha riportato un calo del 2.5% rispetto a dicembre 2020, e del 3.9% rispetto a gennaio 2020. Martedì 9 sarà la volta dell’Italia; le attese sono di un calo del 4.1% rispetto allo stesso mese dell’anno passato, ma di una crescita di +0.7% rispetto a dicembre. Infine, mercoledì 10, toccherà alla Francia: anche in questo caso le aspettative sono per un calo rispetto allo stesso periodo dell’anno passato, ma di una crescita rispetto al mese precedente.

Come sempre, il giovedì sarà la volta dei dati settimanali sulle richieste di disoccupazione negli Stati Uniti: le previsioni sono di un’ulteriore riduzione delle richieste di sussidi, anche in considerazione della situazione del mercato occupazionale delineata dai dati mensili della settimana scorsa, e delle recenti decisioni di diversi stati di eliminare le restrizioni in essere.

CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE

Con l’approvazione del pacchetto fiscale da parte del senato, dove, ricordiamo, l’attuale amministrazione ha una maggioranza di un solo voto, gli Stati Uniti si apprestano a dare il massimo supporto ad un’economia che già stava reagendo molto bene agli sviluppi della campagna vaccinale, come evidenziato anche dai dati del mercato del lavoro. Se da un lato lo stimolo è sicuramente ben visto dal mercato, la necessità di finanziare il piano di aiuti attraverso l’emissione di debito potrebbe portare ad un ulteriore rialzo dei rendimenti americani e quindi nel breve periodo potrebbe portare ad ulteriori rivalutazioni delle aspettative inflattive.

Restano molto importanti le parole dalle autorità monetarie nelle le riunioni di questa settimana e delle successive: in generale ci si attende che rafforzino il loro impegno a mantenere i tassi di riferimento bassi.

 La FED in primis è attesa dal compito più arduo di rassicurare gli investitori che l’attuale aspettativa d’inflazione è perfettamente tollerata, anche in considerazione della “simmetria” nel raggiungere il livello obiettivo. In estrema ratio le autorità monetarie americane potrebbero perfino pensare di intervenire con strumenti di controllo della curva dei rendimenti (il cosiddetto yield curve control, YCC), attraverso l’acquisto di titoli a specifiche scadenze.

Per il momento sembrano bastare le rassicurazioni di diversi membri della FED di mantenere i tassi ai livelli attuali per ancora qualche tempo e sembra tutto sommato ragionevole considerare la recente dinamica dell’inflazione transitoria:

In Europa la BCE potrebbe accelerare il programma di acquisti fino a €100 miliardi al mese, al fine di mantenere bassi i rendimenti.

Rassicurazioni sia sul fronte pandemico, sia da parte delle banche centrali saranno essenziali per poter riprendere il percorso interrotto nelle scorse settimane dai mercati.

I mercati azionari hanno presentato un andamento molto volatile soprattutto nella loro componente legata al settore tecnologico. Nonostante negli ultimi mesi avessimo già ridotto il peso dei titoli tecnologici americani, il loro peso percentuale all’interno della linea Chronos rimane comunque rilevante e per questo motivo la linea è risultata la più volatile tra le linee azionarie.

La performance da inizio anno di tutte le linee azionarie rimane comunque positiva e restiamo costruttivi sull’asset class.

Le linee obbligazionarie, anch’esse positiva da inizio anno, hanno risentito solo marginalmente della risalita dei rendimenti governativi in quanto non abbiamo particolari esposizioni a titoli con scadenze a medio/lungo termine e vi siano invece in posizione diversi bond in dollari con cedola a tasso variabile.

La sicav Scm Stable Return mantiene invece un rendimento decisamente positivo grazie alla gestione tattica del tasso di cambio Euro/Dollaro e all’elevata diversificazione del portafoglio titoli.