Analisi dei mercati del 03.09.2019

Settimana molto positiva sui mercati finanziari: sugli scudi l’Italia grazie al forte rally dei BTP, che hanno trainato anche il listino azionario.

Al centro dell’attenzione i soliti temi: guerra commerciale, situazione politica italiana, Brexit.

Ma andiamo con ordine.

Sul primo fronte, fondamentale è stato l’atteggiamento della Cina che, dopo avere dichiarato l’intenzione di varare misure a supporto dei consumi, ha confermato di volere continuare a trattare con gli Stati Uniti senza arrivare a misure di rivendicazione contro l’aumento di tariffe. La consapevolezza che una trade war non andrà a beneficio di nessuno, ha portato la Cina a discutere anche sulla rimozione delle nuove tariffe.

Per quanto riguarda la politica italiana, il clamoroso rally dei BTP ha portato i rendimenti ai minimi storici. Tutta la curva è scesa e il rendimento del decennale è andato sotto l’1%, quando neanche 9 mesi fa era al 3.5%. Ciò che ha sortito l’effetto è stata la speranze circa la nascita di un nuovo esecutivo, guidato da Conte e supportato da PD e Movimento 5 Stelle. L’endorsement a Conte è arrivato sia da Trump, ovviamente via Tweet, che dal ministro delle finanze tedesco Peter Altmaier.

Source: Bloomberg

A sostegno del rally dei BTP sono intervenute anche indiscrezioni relative alla volontà della BCE di acquistare titoli di Stato, ove necessario, e della Commissione Europea circa l’allentamento dei vincoli di Bilancio. Tutto a vantaggio dei collocamenti in corso, e in programmazione, che daranno una boccata di ossigeno al Tesoro.

Il livello estremamente basso dei rendimenti tedeschi ha portato Allianz, il gruppo assicurativo più grande al mondo, a dichiarare di non avere più intenzione di acquistare titoli di stato tedeschi. Più che un messaggio diretto a Francoforte, quello di Allianz è diretto alla BCE.

Implicitamente viene criticata la politica monetaria che, con tassi negativi, non ha aiutato l’economia reale e non ha risollevato l’inflazione ma ha semplicemente contribuito a risanare i bilanci pubblici dei paesi più indebitati del Sud Europa.

La Germania, in agosto, è riuscita a collocare un bund trentennale, con scadenza 2050 e una cedola pari a 0% (zero!) e attualmente il rendimento è già negativo di -0.17%.

Source: Bloomberg

I dati relativi all’inflazione, CPI, per il mese di agosto in Eurozona sono stabili ma inferiori alle aspettative, 0.9% vs 1%, mentre per gli Stati Uniti il PCE, per il mese di luglio, è come da attese stabile a 1.4%

In UK il primo ministro Boris Johnson ha ottenuto l’approvazione della Regina circa una sospensione del Parlamento dal 10 settembre al 14 ottobre, quindi, riducendo al minimo i tempi tecnici per consentire all’apparato legislativo di interferire nell’esecuzione dei piani sulla Brexit. La notizia ha reso più probabile una non-deal Brexit e la sterlina, il giorno della notizia, ne ha pagato le conseguenze.

Il Pil tedesco, riferito al secondo trimestre, si conferma negativo di 0.1% trimestre/trimestre, soprattutto a causa della componente export che ha sottratto mezzo punto alla crescita. La Bundesbank si attende una contrazione anche per il terzo trimestre e questo alimenta le aspettative di una BCE molto accomodante.

Negli Stati Uniti il PIL del secondo trimestre, in seconda lettura, registra un incremento del 2%. L’economia americana si conferma solida.

Tornando alla politica, ricordiamoci che in Spagna il candidato premier Sanchez non è ancora riuscito a formare un governo e si rischia di andare a nuove elezioni, qualora non si arrivi ad una soluzione entro un mese.

In Germania, nel fine settimana, si sono tenute le elezioni regionali per Brandeburgo e Sassonia: il partito di estrema destra, Alternative for German, ha ottenuto un grande successo ma non sufficiente da permettergli di diventare il partito più forte in entrambi i Land. La CDU della cancelliera Merkel rimane al primo posto. Il risultato, tuttavia, potrebbe consentire all’estrema destra di destabilizzare l’attuale coalizione anche a livello nazionale.

In India, a proposito di politiche fiscali e monetarie, la banca centrale ha deciso di trasferire la cifra record di 1.76 trillion di rupie, circa 22 milioni di euro, al governo a titolo di dividenti e di capital gain. La manovra ha come obiettivo compensare il calo delle entrate fiscali, derivanti da una minore crescita, e avere più margini di manovra per la spesa pubblica.

In Argentina, intanto, ci si avvia verso il nono default sovrano. Il governo, infatti, ha, annunciato una serie di misure per “ri-profilare” il debito, che è pari a circa 100 miliardi di dollari. Sul debito a breve termine verrà allungata la scadenza di 3/6 mesi per la quota in mano a investitori istituzionali locali, mentre saranno regolarmente pagati invece gli altri. Sul debito a medio-lungo termine inizieranno le negoziazioni con IMF e privati per modificare le scadenze. La causa di tutto è stata un’asta governativa non particolarmente sottoscritta che ha innescato una crisi di liquidità nel breve termine.

S&P ha immediatamente abbassato di tre notch il rating sovrano portandolo a CCC-, selective default. La principale differenza rispetto al 2001 è che oggi solo il 15% del debito è in mano a investitori privati, contro il 60% nel 2001. Inoltre, non avendo più un cambio fisso contro il dollaro, era 1:1 nel 2001, ed essendo in buona parte in pesos, il regime di cambio può permettere attraverso la svalutazione di ridurlo.

Il mese di agosto si è concluso con un calo, pari a circa il 2%, per i mercati azionari, al quale è corrisposto un vigoroso rally di quelli obbligazionari, soprattutto governativi, con 55 bps di compressione dei rendimenti per i BTP. Le valute rifugio, soprattutto lo Yen giapponese con un +3%, si sono apprezzate contro euro, così come il dollaro americano +0.8. La risk- aversion, che ha caratterizzato soprattutto la prima parte del mese ha portato gli indicatori di volatilità VIX e VSTOXX dai livelli minimi di 12% a punte di 24/25% per poi attestarsi agli attuali 17/18%. Rally anche per i metalli preziosi, +7% nel mese di agosto, fra i quali spiccano l’argento, +11%, e l’oro, +6.5%.

Source: Bloomberg

QUESTA SETTIMANA

Scattano i dazi americani, pari al 15%, su importazioni cinesi per 110 miliardi di dollari.

Il 2 settembre sono stati pubblicati i dati sul PMI manifatturiero cinese, che riesce a riportarsi sopra quota 50, a 50.4, contrariamente alle aspettative che lo vedevano in ulteriore calo. Il risultato positivo è da attribuire soprattutto alla componente relativa alla produzione, mentre quella relativa agli ordini resta ancora debole. I dati relativi ai servizi e l’aggregato composite verranno pubblicati mercoledì 4 settembre.

Sempre questa mattina sono stati pubblicati anche i dati PMI manifatturieri relativi all’Eurozona: il dato aggregato rimane stabile a 47, a livello geografico leggero miglioramento per il dato spagnolo e italiano, entrambi ancora in territorio di contrazione, mentre quello tedesco cala ulteriormente. Francia e Olanda sono gli unici paesi con PMI superiori a 50 e in miglioramento.

Martedì si riunirà la Reserve Bank of Australia: attesi tassi invariati all’1%, livello minimo storico. Nella stessa giornata, negli Stati Uniti, verranno pubblicati i dati su PMI manifatturiero, atteso 50 da 49.9 precedente, e ISM.

Source: Bloomberg

In UK partono le due settimane di lavoro per il Parlamento prima della sospensione, fino al 14 ottobre, richiesta dal Primo Ministro Boris Johnson e autorizzata dalla regina.

Venerdì verranno pubblicati i dati sul mercato del lavoro americano: nuovi occupati, tasso di disoccupazione e salari orari.

Analisi dei mercati del 30.07.2019

L’evento più atteso della settimana è stato sicuramente la riunione della BCE e lo si è notato dal comportamento dei mercati: dopo l’iniziale reazione positiva al comunicato della BCE durante la sessione di Q&A, l’entusiasmo è calato man mano e ha lascito spazio alle prese di profitto. La BCE si è dichiarata aperta ad un eventuale taglio dei tassi nel breve termine e ha fatto capire che avrebbe utilizzato tutti gli strumenti a disposizione per riportare l’inflazione al target del 2%. Tuttavia, la mancanza di dettagli sul piano di azione, la non unanimità nelle decisioni e il sottolineare gli aspetti positivi del quadro macro, come l’occupazione e la domanda interna, hanno preoccupato i mercati, sia azionari che obbligazionari, che ne hanno risentito negativamente.

Draghi ha più volte sottolineato come le prospettive economiche dell’Eurozona, soprattutto nel settore manifatturiero, abbiano portato la BCE ad adottare un approccio ultra-espansivo. Il settore manifatturiero sta soffrendo e, a causa dell’integrazione delle economie, la debolezza si trasferisce dai paesi più forti a quelli meno forti.

Una conferma delle parole di Draghi è venuta dai dati PMI della zona Euro usciti questa settimana, che sono stati abbastanza deludenti soprattutto per la parte manifatturiera e per l’economia tedesca. Il dato composite aggregato si attesta a 51.5, in calo di 0.7, mentre quello manifatturiero arriva a 46.4, livello più basso degli ultimi 6 anni. La debolezza dell’economia tedesca è stata anche confermata dalla pubblicazione dell’IFO, anch’esso deludente. In generale, la componente servizi degli indicatori di sentiment tiene abbastanza bene, permettendo all’attività economica di rimanere in una fase di espansione.

Anche negli Stati Uniti assistiamo alla divaricazione tra manifattura, in calo a 50, e servizi, 52.2, in rialzo di 0.7.

La pubblicazione del PIL americano, per il secondo trimestre 2019, sorprende in positivo le aspettative e si attesta a 2.1% contro le attese di 1.8%. Il dato è positivo grazie ai consumi, che sono cresciuti del 4.3%, e alla spesa pubblica. Meno forti, invece, gli investimenti e il canale estero. L’aspetto apprezzato dai mercati è rappresentato dal fatto che la sorpresa positiva sulla crescita non è stata accompagnata da una maggiore inflazione, infatti il dato sul PCE core previsto si è attestato a 1.8%. Il Personal Consumption Expenditure misura il cambiamento dei prezzo dei beni e servizi, acquistati per i consumi ed è l’indicatore dell’andamento dell’inflazione preferito dalla FED.

Source: Bloomberg

Il Fondo Monetario Internazionale ha pubblicato il World Economic Outlook nel quale ha abbassato marginalmente le stime di crescita rispetto a quelle di aprile, portando il dato sulla crescita globale al 3.2% per il 2019 e al 3.5% quella per il 2020. Rispetto alle stime di aprile vi è un – 0.1%. Le cause della revisione al ribasso sono da ricercarsi nelle tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti, nei timori per la disarticolazione delle catene di fornitura globali e nei rischi geopolitici, soprattutto relativi all’Iran. A livello di singolo paese, gli Stati Uniti vedono una accelerazione inattesa per il 2019, grazie a export e scorte, ma nel 2020, anche qui, la crescita è vista in calo a 1.9%.

Souce: World Economic Outlook, July 2019

Sul fronte dei negoziati commerciali le buone notizie sono giunte dall’incontro tra Trump e i CEO dei principali fornitori di Huawei, ovvero Cisco, Intel, Micron, Google e Broadcom. L’incontro era finalizzato sia ad una ripresa degli scambi con il produttore asiatico sia dall’annuncio di un possibile incontro in Cina al quale presenzierebbero Mnuchin e Lightizerm.

Il presidente Trump ed il Congresso americano, nella persona di Nancy Pelosi, hanno raggiungo un accordo volto a sospendere i limiti di spesa pubblica per i prossimi due anni a vantaggio degli investimenti statali. La decisione potrebbe portare il deficit americano annuo a superare i mille miliardi di dollari.

La reporting season americana prosegue abbastanza bene, con il 44% delle società che ha riportato la crescita aggregata degli utili e delle vendite. Il dato è superiore al 4% e rispetto attese degli analisti.

Come atteso, in UK Boris Johnson è diventato il nuovo leader dei Conservatori e, in quanto tale, automaticamente diventa premier dell’esecutivo. Ha ribadito l’intenzione di uscire dall’Unione Europea il 31 ottobre “con o senza accordo”. La situazione politica britannica rimane complicata, dato che dopo la nomina del nuovo premier, quattro ministri hanno già annunciato le dimissioni e, considerata la maggioranza risicata in Parlamento, non sarà semplice fare passare dei provvedimenti. Si rischierebbe di andare a nuove elezioni, qualora dei Conservatori passassero all’opposizione in caso di mancato accordo per la Brexit.

Sempre in ambito politico, in Spagna, il leader socialista Pedro Sanchez non è stato riconfermato premier e si rischia così di andare a nuove elezioni. Sarebbero le quarte in quattro anni.

Nel complesso la settimana si è conclusa con mercati azionari positivi, soprattutto quelli americani, i mercati obbligazionari governativi si sono mossi poco mentre sono marginalmente saliti quelli a spread.

QUESTA SETTIMANA

A Shanghai la delegazione americana, con Robert Lighthizer in qualità di US Trade Representative, incontrerà quella cinese. Si tratta del primo incontro faccia a faccia dopo maggio e attenderemo che novità ci saranno in termini di trade war.

Mercoledì 31 luglio si riunirà il FOMC. Le attese del mercato sono per un taglio certo di 25bps. Considerato il buono stato dell’economia, che registra una crescita sopra il potenziale e un mercato del lavoro al pieno impiego, si tratterebbe di uno stimolo monetario a scopo preventivo. Il taglio preventivo sarebbe legato, da un lato, all’impatto sulla domanda globale delle tensioni commerciali, dall’altro all’obiettivo simmetrico di inflazione, ovvero di inflazione tollerata sopra il 2% per un certo periodo di tempo.

Souce: Bloomberg
In giallo la probabilità di taglio dei tassi di 25 bps
In azzurro la probabilità di taglio dei tassi di 50 bps
In rosa la probabilità di nessun taglio

Sempre in ambito di banche centrali il 30 luglio si riunirà anche la Bank of Japan, con le attese che sono per tassi invariati a -0.1%, mentre la Bank of England si esprimerà giovedì 1 agosto, con attese di invariati allo 0.75%.

Mercoledì 31 luglio verrà pubblicato il dato del GDP per l’area Euro relativo al secondo trimestre: ci si attende una crescita dell’1%, da 1.2% precedente.

Source: Bllomberg
Rigo 33) GDP Seasonally Adjusted

Venerdì 2 agosto, in USA, vedremo la pubblicazione dei dati sul mercato del lavoro.

Fra le principali società che pubblicheranno i dati questa settimana avremo Apple, martedì 30 nell’after market, General Motors, giovedì 1 agosto, e General Electrics, giovedì 1 agosto prima dell’apertura.

Analisi dei mercati del 23.07.2019

La settimana che si è appena conclusa ha visto un leggero ritracciamento dei mercati azionari soprattutto negli Stati Uniti, con la complicità di qualche trimestrale deludente, e in Italia, a causa delle tensioni politiche al governo. I rendimenti obbligazionari sono calati, soprattutto in Europa, a causa delle aspettative sulle imminenti decisioni della BCE, che peseranno sul settore bancario e sull’Euro.

Mercoledì sera è stato pubblicato il Beige Book, ovvero il report sullo stato dell’economia preparato per la riunione del FOMC di fine luglio. Emerge che gli Stati Uniti si trovano in discreta forma, con un ritmo “modesto” di espansione delle attività, ma con preoccupazioni sulle prospettive future. La causa principale è quella dei dazi: il 28% delle aziende intervistate ha dichiarato di essere stata danneggiata dalle misure protezionistiche ad oggi applicate.

Diversi membri della Fed questa settimana si sono espressi a favore di politiche monetarie molto accomodanti: mercoledì il presidente della Fed di Chicago Charles Evans ha dichiarato che un taglio di 50 bps potrebbe essere appropriato già per fine mese, nella riunione Fed 31 luglio. Anche il presidente della Fed di New York, John Williams, e quello della Fed di Kansas City, Esther George, hanno confermato un atteggiamento molto “dovish”, portando il mercato dei Fed Fund Futures a scontare un rialzo di 50bps al meeting di luglio con una probabilità che è passata dal 20% della settimana precedente al 45%. Nelle ore successive, sono poi giunti chiarimenti che hanno ridimensionato le aspettative.

Mentre negli Stati Uniti c’è qualche segnale macro in miglioramento, in Europa i dati confermano ancora la debolezza dalla Germania. Lo ZEW segnala un ulteriore rallentamento sia nella “current situation” che nelle “expectations”. Inoltre, i dati sui prezzi alla produzione relativi al mese di giugno calano dello 0.4% mese/mese.

Source: Bloomberg

Prosegue la reporting season negli Stati Uniti. Fin ora hanno riportato i dati il 16% delle aziende. Anche se in aggregato sia dai livello di utili che dei ricavi non generano preoccupazioni, alcuni nomi specifici sono stati pesantemente colpiti. Gli utili crescono del 2% superando del 5% le attese, i ricavi crescono del 2.5% superando dell’1% e, inoltre, il 73% delle società ha battuto le stime degli analisti. CSX, società operante nel settore dei trasporti, il giorno in cui ha riportato i risultati, ha perso circa il 10% a causa delle guidance poco incoraggianti sul 2019. Netflix ha riportato un numero di abbonati pari alla metà di quelli attesi per il trimestre e il titolo ha corretto del 10%. Alcoa, principale produttore di alluminio, ha tagliato le stime di crescita della domanda per la seconda volta in tre mesi citando sempre le dispute commerciali.

Per quanto riguarda le banche, Citigroup ha riportato EPS, ovvero gli utile per azione, superiori alle attese degli analisti. Nonostante minori ricavi derivanti dalle attività di trading, a migliorare i risultati hanno contribuito l’operazione straordinaria relativa alla quotazione di Tradeweb market, il buyback dei mesi scorsi e da un tax rate più favorevole. Morgan Stanley, nonostante il calo degli utili pari al 10%, ha battuto le stime sia dei ricavi che di EPS, grazie alla divisione di Wealth Management. Solo Wells Fargo, fra le banche principali, ha sottolineato il problema a livello di sostenibilità dei margini, in caso di tassi in ulteriore ribasso.

Nello scorso commento avevamo sottolineato come varie società stessero approfittando dei tassi bassi per emettere nuovi bond. Questa settimana è stata la volta di Banca Monte dei Paschi di Siena che ha emesso un bond subordinato per 300 milioni ad un tasso del 10.5%.

Il contesto di tassi bassi continua a favorire le quotazioni dell’oro che si mantengono ormai stabilmente superiori ai 1400 dollari/oncia. E’ interessante osservare, a conferma di quanto detto, la correlazione positiva tra oro e il valore totale dei bond con negative yield. Questi ultimi arrivano a superare i 13 trillions di dollari.

Souce: Bloomberg

In UK, infine, il parlamento sta varando delle misure per impedire a Boris Johnson, che probabilmente diventerà primo ministro entro la fine dell’estate, un No-Deal Brexit. La sterlina, che si era indebolita fino a superare il livello di 0.90 contro l’euro, sulla notizia ha marginalmente recuperato.

QUESTA SETTIMANA

L’evento principale della settimana è la riunione della BCE che si terrà giovedì 25 . Ci si attende un impegno a mantenere i tassi negativi fino a quando sarà necessario e l’apertura a portarli, eventualmente, ancora più in negativo, downturn bias.

Il possibile taglio immediato del deposit rate, da -0.40% a -0.50%, attualmente è scontato dal mercato con probabilità del 35%. Il rischio però è di avere un impatto negativo sulla credibilità della banca stessa. E’ probabile, e auspicabile, l’annuncio di nuove misure sull’Asset Purchase Programme, ovvero il programma di acquisto di titoli pubblici e privati. Si ipotizza che, in un nuovo round di QE, si possano includere anche i bond senior bancari.

Souce: Bloomberg

Sembra che la BCE stia pensando di adottare un target “simmetrico” di inflazione. In questo modo, si tollererebbero periodi di inflazione superiore al target del 2% dopo periodi di inflazione inferiore. La reazione sui mercati obbligazionari è stata, ovviamente, molto positiva.

In settimana avremo anche la pubblicazione dei dati sui PMI preliminari per il mese di luglio, sia in Europa che in USA, che contribuiranno a dare un’idea sul generale quadro macro. Le attese sono per una sostanziale stabilizzazione in Eurozona e un parziale recupero negli Stati Uniti.

Venerdì verrà pubblicato il dato preliminare sul Pil americano del secondo trimestre: le attese sono per un rallentamento dal 3.1%, trimestre/trimestre annualizzato, all’1.8%.

Sul fronte politico da monitorare la tenuta del Governo in Italia, l’iter di insediamento del nuovo governo in Spagna e la possibile indicazione di Boris Johnson come nuovo premier britannico.

Analisi dei Mercati del 04.06.2019

Si conclude negativamente anche l’ultima settimana del mese di maggio. Il bilancio mensile vede i mercati azionari perdere circa il 6%. Sul fronte valutario, il dollaro si apprezza leggermente mentre yen giapponese e franco svizzero confermano il loro ruolo di valute di protezione rafforzandosi ulteriormente contro Euro. I titoli obbligazionari governativi vedono, fatta eccezione per l’Italia, un generale ribasso dei rendimenti.

Il tema dominante sui mercati continua ad essere quello del protezionismo e del suo impatto sulla crescita economica.

In primo luogo, gli Stati Uniti hanno pubblicato una lista dei paesi potenziali manipolatori di valute, ovvero quei paesi che attuano politiche commerciali non corrette. Nella lista rientrano, ovviamente, la Cina, il Giappone, la Corea del Sud, la Germania, l’Irlanda, Singapore, Malaysia e Vietnam. Trump intende utilizzare misure ritorsive contro tali paesi e ha fatto capire che utilizzerà la leva commerciale anche per finalità diverse, come la lotta all’immigrazione clandestina; venerdì 31 maggio , infatti, ha minacciato il Messico di applicare dazi alle merci di importazione.

In secondo luogo, la Cina è il più importante produttore mondiale di minerali rari, i c.d. Rare Earth. Bisogna però considerare che tali minerali vengono considerati rari perché, per essere estratti, devono essere adottate delle tecniche di raffinazione particolari e le miniere da cui si effettuano le estrazioni, inoltre, sono localizzate in siti potenzialmente radioattivi. Gli stessi Stati Uniti, infatti, potrebbero aumentarne la produzione, anche se nel breve termine la minaccia cinese potrebbe comportare non pochi problemi di produzione alle aziende americane.

La Cina, inoltre, ha annunciato che a breve pubblicherà una lista di aziende americane considerate “inaffidabili” in quanto hanno tagliato le forniture a quelle cinesi.

Sul versante europeo, la sconfitta di Tsipras in Grecia alle elezioni europee ha avuto come conseguenza la convocazione di elezioni governative anticipate. Per tali eventi politici i mercati hanno risposto in modo positivo, con il mercato azionario, che segna un +13%, e dei bond con il decennale cha passa da 3.4% di rendimento a circa 2.9%.

Souce: Bloomberg

Anche in Italia si parla di elezioni anticipate ma con la necessità di produrre una legge finanziaria a settembre il timing diventa molto delicato. Come atteso, la Commissione Europea ha chiesto dei chiarimenti al Governo GailloVerde circa l’evoluzione del debito, non avendo riscontrato nel corso del 2018 progressi tali da rispettare i criteri comunitari. La procedura disciplinare potrebbe prevedere una multa pari a 3,5 miliardi di Euro, circa lo 0,2% del PIL, da lasciare su un deposito precauzionale non remunerato.

Il Portogallo in settimana ha emesso il primo “Panda Bond”, ovvero un’obbligazione governativa denominata in yuan cinesi con scadenza a tre anni e rendimento al 4.09%. Tale rendimento è ovviamente più alto di quello che il Portogallo ottiene in Euro, in quanto il tasso a 3 anni è negativo, ma permette al Paese di diversificare la base investitori attraverso l’ingresso nel terzo mercato di bond globale.

I dati sull’inflazione usciti in settimana relativi al mese di maggio, non danno segnali preoccupanti mentre i dati sulla fiducia delle imprese continuano a evidenziare le difficoltà attraversate in questo periodo di massima incertezza.

QUESTA SETTIMANA

L’evento principale della settimana sarà la riunione della BCE di giovedì 6 giugno, durante la quale verranno forniti i dettagli del terzo TLTRO. Un possibile rinvio non dovrebbe andare oltre il 26 giugno.

Mercoledì 5 giugno la Commissione Europea presenterà il Report sull’Italia e probabilmente indicherà eventuali misure da adottare. L’iter si concluderà con la decisione del Consiglio Europeo che stabilirà le tempistiche e le modalità per il rientro nei parametri.

Il 7 giugno saranno effettive le dimissioni della Premier britannica Theresa May, con i due principali candidati alla successione dichiaratamente a favoredi un No-Deal.

Analisi dei Mercati del 27.05.2019

ULTIMA SETTIMANA

La settimana appena trascorsa evidenzia ancora il trend negativo per i mercati azionari, i quali solo venerdì hanno accennato un minimo e timido rimbalzo. A conferma del quadro generale vi è il rafforzamento dello yen giapponese e del franco svizzero, mentre le quotazioni dell’oro e gli indici di volatilità salgono ma non a livelli eccessivi. I rendimenti dei titoli governativi, in generale, sono diminuiti.

Fonte Dati: Bloomberg

L’evento che ha catturato l’attenzione degli investitori è quello delle elezioni per il rinnovamento dell’Euro-Parlamento. I partiti europeisti sono riusciti a mantenere i due terzi dei seggi ma, tuttavia, i partiti nazionalisti e di estrema destra hanno ottenuto risultati importanti.  A tal proposito, si segnala che in Francia il partito République en Marche di Emmanuel Macron viene superato dal Rassemblement National di Marine Le Pen. In Germania il CDU di Angela Merkel ottiene il peggiore risultato dal 1949. In Italia il Movimento 5 Stelle vede un notevole ridimensionamento a tutto vantaggio di Lega e, in parte, del Partito Democratico. Nel complesso non si tratta di risultati destabilizzanti anche se emergono dei messaggi forti ai singoli paesi. Ora ci sarà da valutare come verrà formato il nuovo governo europeo, sulla base di un accordo tra Popolari, Social Democratici e Liberali.

Rimanendo in ambito politico, venerdì la Premier britannica Theresa May ha annunciato le sue dimissioni a valere dal 7 giugno. Il toto-successore è iniziato con in pole position Boris Johnson, il quale ha rilasciato subito dichiarazioni forti su una possibile uscita No-Deal dall’Unione Europea. La sterlina ne ha risentito superando il livello di 0.88 contro l’euro.

Fonte Dati: Boomberg

La guerra commerciale tra USA e Cina propone le news più disparate. La Cina parla di “Lunga Marcia” riferendosi all’intenzione di affrontare con coraggio e ad oltranza gli attacchi dell’amministrazione americana. Per contro Trump si dichiara ottimista sul buon esito dei negoziati con Pechino e, tra un mese al G20 di Osaka, vedrà il suo “amico” Xi Jingping.

Huawei, azienda cinese leader delle telecomunicazioni, è ritenuta un’azienda pericolosa per la sicurezza nazionale (ricordiamo che Huawei è una società privata ma si ipotizza che nell’azionariato ci sia il governo cinese) e, dopo Google con gli smatphone, anche Microsoft non accetta più nuovi ordini eliminando i PC di Huawei dallo store online. Huawei ha una quota di mercato irrisoria negli Stati Uniti e per questo motivo soffre molto di più la mancanza delle licenze di Google che il divieto di import.

L’OCSE nel suo nuovo outlook rivede al rialzo le stime sul Pil italiano da -0.2% a 0% per l’anno in corso. Non si parla, quindi, di recessione ma se mai di stagnazione, citando fra i problemi del nostro paese, come sempre, la bassa produttività̀ e i bassi investimenti in infrastrutture.

Fonte: OECD

Le tensioni internazionali sul commercio cominciano a palesarsi anche sui dati macroeconomici: il PMI giapponese è sceso sotto la soglia del 50 segnalando una contrazione dell’attività manifatturiera; in Europa i dati PMI non sono brillanti così come l’IFO tedesco che delude significativamente le attese, negli Stati Uniti forte calo sia per il PMI manifatturiero (da 52.6 a 50.6) che per quello relativo ai servizi (50.9 da 53).

Circa 173 aziende (fra le quali Nike e Adidas) hanno firmato un appello al presidente americano esortandolo a riconsiderare i dazi sulle scarpe prodotte in Cina che avrebbero effetti “catastrofici per i consumatori, le aziende e l’economia americana”.

QUESTA SETTIMANA

Tutti auspicano una risoluzione del conflitto Cina – Stati Uniti ma pochi credono che questo avverrà entro il G20 di Osaka di fine giugno. In realtà l’oggetto della disputa riguarda non solo i motivi economici ma una posizione di predominio e leadership che i due giganti si stanno contendendo.

Tale scenario economico si prospetta molto agitato e chi soffre la volatilità ovviamente patirà molto i movimenti dei mercati, mentre chi avrà il timone ben saldo potrà uscirne vincitore. Ora che le onde sono alte, dove ci si troverà quando le acque si calmeranno nessuno lo può sapere ma è sulla capacità di vedere un plausibile approdo finale che si fa la differenza.