Analisi dei mercati del 24.08.2020

COMMENTO da inizio agosto

Il mese di agosto è iniziato positivamente per i mercati azionari che nel complesso hanno guadagnato il 3.8% (MSCI World): il Nasdaq è stato ancora il traino principale dei listini americani continuando a fare nuovi massimi e arrivando a mettere a segno una performance del 33% da inizio anno. Rendimenti governativi stabili: il decennale americano ha visto un incremento del rendimento che lo ha distaccato dal minimo di 0.50% toccato a inizio mese. Sul fronte valutario segnaliamo il cambio EUR/USD che, dopo avere rotto il livello di 1.18 e quasi raggiunto 1.20, si sta ora muovendo nel trading range 1.17/1.20. Il movimento pro-ciclico dei mercati ha favorito le materie prime, soprattutto energetiche, mentre fra i metalli preziosi segnaliamo l’oro: il metallo giallo è riuscito a superare i 2000 dollari/oncia per poi leggermente ritracciare; l’argento, invece, ha messo a segno un bel guadagno (+9%) in quanto più legato all’attività economica. Anche gli indicatori di volatilità degli indici azionari (Vix per S&P500 e Vstoxx per Eurostoxx50) si sono assestati sui livelli vicini al periodo pre-pandemia a conferma del clima positivo sui risky assets.

Analizzando brevemente i principali dati macro usciti nel periodo emerge, nel complesso, un quadro positivo:

  • I PMI (che esprimono la fiducia delle imprese) per il mese di luglio, nelle principali aree, e l’ISM per gli Stati Uniti sono ulteriormente saliti da livelli già in fase di espansione (>50); in Eurozona sia il dato composite che le sue componenti (servizi e manifatturiero) si sono portate sopra il livello di 50 grazie, anche, al recupero di Italia e Germania; l’aumento dei contagi in Europa ha portato ad un leggero peggioramento delle stime preliminari per agosto che, però, si mantengono sopra la soglia di espansione;
  • il mercato del lavoro americano, per il mese di luglio, ha mostrato leggeri miglioramenti con il tasso di disoccupazione sceso a 10.2% (da 11.1% di giugno) accompagnato da un incremento dell’inflazione salariale;
  • sempre negli USA continuano a salire le vendite al dettaglio anche se ad un ritmo decisamente inferiore al precedente.

In generale si tratta di dati complessivamente buoni e, anche analizzando l’andamento degli Economic Surprise Indices elaborati da Citigroup, si nota come, sia negli Stati Uniti che in Europa, siano stabilmente migliori delle aspettative pur con un ritmo di crescita attenuato.

Per quanto riguarda il tema della pandemia la situazione è stabile con leggeri e inevitabili aumenti dei casi dovuti al maggior numero di tamponi e agli spostamenti per le vacanze dell’ultimo periodo. Nonostante ciò, i mercati si concentrano sulle notizie legate ai progressi che vengono fatti nella ricerca di vaccini. La Russia, a sorpresa, annuncia i buoni risultati (testati anche sulla figlia di Putin!) di un nuovo vaccino, chiamato “Sputnik5”, che tuttavia per le modalità di utilizzo potrebbe avere un costo tale da non renderlo accessibile a tutti. Anche Pfizer dichiara che il suo vaccino sta dando buoni risultati e verrà sottoposto all’approvazione dell’FDA americana (Food and Drug Administration) ad ottobre. Di oggi, infine, la notizia relativa all’approvazione da parte della FDA dell’utilizzo del plasma iperimmune per la cura dei casi più gravi. In generale, tutti i paesi si stanno portando avanti, “prenotando” dosi di vaccini che devono ancora essere testati in fase tre.

Fra Cina e Stati Uniti la situazione è altalenante: si cerca di fare il punto sull’accordo firmato a inizio anno e la Cina non sembra avervi adempiuto puntualmente guardando agli acquisti di prodotti Usa; gli Stati Uniti, dal canto loro, continuano a penalizzare Huawei (impedendole di partecipare al 5G) e prendendo di mira anche la app TikTok. Trump, infatti, vorrebbe bandire il social network amato dagli adolescenti in quanto di proprietà della cinese Bytedance accusata di non gestire correttamente il tema della privacy e di fornire informazioni al governo cinese. Microsoft sarebbe interessata all’acquisizione di TikTok per ottenere i dati necessari per capire gli interessi degli utenti. A metà settembre la situazione si dovrebbe meglio definire.

QUESTA SETTIMANA

Occhi sempre puntati sull’evoluzione della pandemia tra paesi che tentano di rimuovere le restrizioni e quelli che, invece, devono circoscrivere eventuali focolai.

Prosegue la campagna elettorale americana con la Convention Repubblicana e il discorso finale di Trump previsto per giovedì 27.

In settimana saranno pubblicati i dati settimanali sul mercato del lavoro americano dai quali si potrà evincere se ci saranno ancora miglioramenti.

Negli Stati Uniti molta attenzione verrà posta sulle notizie circa un accordo fra repubblicani e democratici sul nuovo pacchetto fiscale di stimoli.

L’annuale simposio di Jackson Hole (Wyoming) si terrà in streaming da parte della Fed di Kansas City e avrà come tema “Navigating the decade ahead: implication for monetary policy”. Ovviamente importante il discorso che terrà il presidente della Fed Jerome Powell.

Intanto in Europa proseguono le negoziazioni informali fra Regno Unito e UE per definire i futuri rapporti commerciali.

CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE

Il mese di agosto prosegue, per ora, sotto controllo. I volumi, pur inferiori rispetto al resto dell’anno, sono stati in alcuni giorni addirittura al di sopra della media del periodo.

Da monitorare con attenzione il mercato obbligazionario dove il rischio è che, prima o poi, l’enorme spesa fiscale possa portare gli investitori a richiedere rendimenti più alti di quelli attuali. Le politiche monetarie sono iper-accomodanti e sappiamo che lo saranno ancora a lungo, ma il mercato impiega poco a prezzare uno scenario diverso qualora il debito raggiunga livelli troppo elevati o emergano segnali di inflazione. Per questo motivo, almeno negli Stati Uniti, un’eventuale decisione da parte della Fed di controllare la Yield Curve (di cui abbiamo parlato già) sul modello giapponese, mantenendo i tassi stabili, potrebbe aiutare a sostenere il comparto obbligazionario e, di conseguenza, quello azionario soprattutto a più alta crescita.

Ovviamente, affinché tutto ciò si verifichi, deve essere assolutamente evitato un nuovo lockdown e quindi la situazione della pandemia deve rimanere sotto controllo, evitando un aumento ulteriore della spesa pubblica. Lo scenario cambierà favorevolmente qualora si trovassero uno o più vaccini validi e testati (ragionevolmente nella primavera del 2021) in grado di porre fine ai contagi.

Il mercato sta proseguendo tranquillo nel suo andamento e prezza esattamente questo scenario. Ovviamente qualunque elemento divergente da quelli sposati degli investitori (no lockdown, sì tassi bassi) può provocare dei ritracciamenti.

Per gli indici americani abbiamo assistito al recupero più veloce della storia. Non è facile individuare potenziali nuovi catalyst (oltre alla scoperta di un vaccino prima dei tempi stimati) che spingano ulteriormente e violentemente al rialzo i listini quindi si naviga un po’ a vista consapevoli che i mercati, in assenza di notizie negative, possono tranquillamente proseguire inerzialmente.

Ad oggi l’elemento che catalizza la maggiore attenzione è rappresentato dall’avvicinarsi delle elezioni americane (3 novembre). Pur con modalità diverse (le convention sono virtuali) la campagna elettorale sta entrando nel vivo. Il rally dei mercati dall’elezione di Trump nel 2016 conferma che un presidente repubblicano è considerato maggiormente “market friendly”, soprattutto per il tema della tassazione e regolamentazione, tuttavia Biden non è così estremo come lo erano i potenziali candidati democratici alternativi e, soprattutto, una spaccatura del Congresso fra Repubblicani e Democratici potrebbe aiutare ad evitare decisioni troppo estreme indipendentemente dal vincitore alla Casa Bianca. Ad ogni modo, come sempre, il risultato delle elezioni porrà fine all’incertezza e quindi sarà una buona notizia (a meno che vinca Biden e le due camere vadano ai democratici).  Nei sondaggi il divario fra Trump e l’avversario Biden è fra 4 e 10 punti a favore del secondo.

Da inizio mese le nostre linee di gestione hanno realizzato buone performance soprattutto, ovviamente, quelle a maggiore componente azionaria (Chronos in primis). Nelle linee bilanciate in gestione si è deciso di prendere profitto sulla tecnologia americana aumentando, nel contempo, la componente dollaro: è stato, quindi, venduto l’ETF Amundi Nasdaq coperto sul cambio ed è stato acquistato l’ETF iShares Dow Jones Industrial che pur mantenendo l’esposizione al mercato americano (replica l’indice Dow Jones) e in parte alla tecnologia, ha una maggiore diversificazione settoriale ed è esposto al cambio EUR/USD.

Analisi dei mercati del 03.08.2020

COMMENTO ULTIMA SETTIMANA

La settimana si è chiusa con mercati azionari nel complesso invariati ma con una forte differenziazione geografica dato che gli Stati Uniti (in particolare in Nasdaq con +4%) hanno sovraperformato l’Europa che ha sofferto soprattutto sul settore bancario (Eurostoxx Banks -9%). Poche variazioni sui rendimenti obbligazionari governativi mentre sono positive le performance dell’obbligazionario a spread. Ancora in ascesa il prezzo dell’oro che si avvicina ai 2000 dollari/oncia. E’ proseguita la debolezza del dollaro che è arrivato vicino a 1.18 contro euro.

L’andamento dei mercati è stato condizionato da un mix di dati macro (GDP) non particolarmente belli e da trimestrali che hanno penalizzato alcuni settori (es. energy).

Ma andiamo con ordine.

La Fed, come atteso, ha deciso di lasciare la politica monetaria invariata in quanto la situazione rimane “straordinariamente” incerta in termini di evoluzione della pandemia e impatto sulla ripresa economica. Eventuali modifiche verranno valutate in autunno quando la situazione sanitaria sarà auspicabilmente più chiara e i provvedimenti presi a sostegno della ripresa potranno avere dato gli effetti. E’ stato ribadito che si farà qualunque cosa sia necessaria per supportare l’economia (di nuovo una sorta di “whatever it takes”) e i tassi rimarranno a questi livelli (0%-0.25%) per tutto il tempo necessario. La forward guidance è stata mantenuta e se ne ridiscuterà a settembre.

La conferma della fase difficile attraversata dagli Stati Uniti la abbiamo avuta anche dalla pubblicazione del Pil del secondo trimestre: -32.9% trimestre/trimestre annualizzato (-8.25% se calcolato trimestre/trimestre) verso attese di -34.5%. Si tratta del peggiore dato della storia, per un valore distrutto pari all’intera economia tedesca! Molto negativo (-34.6%) anche il dato sui consumi personali.

Anche in Europa i dati sul Pil sono stati negativi: l’economia tedesca ha visto un Pil in calo del 10.1% trimestre/trimestre (vs aspettative di -9%) nel secondo trimestre e si tratta del peggiore dato dall’inizio della serie statistica (1970), quello francese è sceso del 13.8% (meglio delle attese di -15.2%), quello spagnolo del 18.5% (peggio delle attese di -16.6%) e quello italiano del 12.4% (meglio delle attese di -15.5%). Nel complesso l’eurozona ha visto una contrazione economica del 12.1% nel trimestre.

In Cina è stato pubblicato il dato sul PMI di luglio calcolato dall’agenzia governativa: in salita il dato complessivo (52.8 da 51.2) grazie al settore manifatturiero che si porta ai massimi da marzo (51.1 vs precedente di 50.9). E’ il quinto mese consecutivo di espansione, un buon segnale della ripresa dell’attività.

Il settore bancario europeo ha subito negativamente la decisione della BCE che, come anticipato la settimana scorsa, ha esteso a tutto il 2020 l’invito alle banche a non distribuire dividendi cash (solo eventualmente scrip dividend, ovvero attribuzione di azioni proprie), né riacquistare azioni proprie, ma aumentare, invece, le riserve di liquidità. La decisione verrà poi rivista nel quarto trimestre. La motivazione risiede negli stress test condotti dalla Bce che hanno misurato l’impatto di un eventuale ulteriore crisi pandemica sui ratio di capitale: secondo Andrea Enria (presidente del consiglio di vigilanza) lo scenario base (Pil area Euro in discesa dall’8.7% nel 2020 e rimbalzo del 5.2% e 3.3% rispettivamente nel 2021 e 2022) prevede un impatto sul capitale dell’1.9% con il Cet1 che scenderebbe a 12.6% da 14.5%, quindi gestibile dall’attuale situazione patrimoniale delle banche, invece, in caso di scenario peggiore, l’impatto sarebbe del 5.7% (Cet1 all’8.8%) e alcune banche avrebbero difficoltà a rispettare i requisiti minimi di capitale.

Rimanendo sul settore bancario segnaliamo che si è, finalmente, conclusa l’operazione ISP-UBI che ha fatto nascere un colosso da 5 miliardi di utili (atteso per il 2022), 1.1 trilioni di risparmio, 21 miliardi di ricavi e 460 miliardi di impieghi. Il settimo gruppo europeo per utili per ricavi dopo Santander, BNP Paribas, Bbva, Bpce, SocGen e DB, e terzo per market cap con 48 miliardi (dopo Bnp Paribas e Santander).

Le adesioni hanno raggiunto il 90.21% del capitale. In questo modo, superando il limite della maggioranza qualificata di 2/3 si può procedere alla fusione vera e propria e cedere, come previsto, 532 sportelli a Bper. Chi è rimasto ancora con le azioni Ubi le potrà cedere a Intesa (17 azioni ISP ogni 10 UBI più 0.57 euro per azione) o potrà richiedere il cambio in denaro ad un prezzo pari alla media del valore del titolo nelle ultime cinque chiusure di Borsa.

Lunedì il CdA di Ubi guidato da Victor Massiah dovrà approvare la semestrale, poi si deciderà per le eventuali dimissioni dato che a settembre dovrebbe arrivare il nuovo CdA nominato dall’assemblea ordinaria. Probabilmente nella primavera del 2021 verrà convocata quella straordinaria per la fusione.

Adesso il risiko bancario si sposta su MPS dalla quale il Tesoro (che ha il 68% del capitale) deve uscire entro il 2021 e si parla di una fusione prima tra Bper (che alle spalle ha Unipol con il 20%) e Banco Bpm dopodiché si procederebbe ad inglobare MPS.

L’altro elemento che ha causato un po’ di volatilità sui mercati è stata la reporting season che, con dati misti sulle trimestrali, conferma che alcuni settori sono stati molto penalizzati mentre altri addirittura avvantaggiati dal particolare trimestre che si è concluso: P&G, ad esempio, ha chiuso l’anno fiscale con il record di ricavi dal 2006, grazie al massiccio acquisto di prodotti per la cura della casa, mentre il settore energy ha parecchio sofferto il calo del prezzo del petrolio. Eni, ad esempio, ha tagliato il dividendo e il titolo ha corretto di oltre il 7% sulla notizia. Male anche il settore automotive.

Negli Stati Uniti hanno riportato, nel complesso bene, i big del tech:

  • Apple batte le stime e annuncia uno stock split (4 azioni ogni 1) per rendere accessibili le azioni ad un maggior numero di investitori: i ricavi sono saliti ad un risultato record di 59.7 miliardi di dollari (+11%) così come gli utili che salendo del 18% hanno superato le attese. Le vendite online hanno compensato la chiusura degli Apple Store. Secondo Cook dopo il crollo di aprile le vendite sono risalite a maggio e giugno grazie al lancio dell’iPhone SE;
  • anche per Amazon utili da record grazie alle vendite online. I ricavi sono saliti del 40% rispetto ad un anno fa e gli utili sono stati record nonostante i maggiori costi legati alle assunzioni e alle misure di sicurezza che ha dovuto implementare;
  • Facebook ha battuto le attese degli analisti sia in termini di fatturato che di profitti che di utenti. Stima un aumento del fatturato nel terzo trimestre del 10% anche se potrebbe rallentare nelle regioni in cui le restrizioni da covid vengono allentate;
  • Alphabet invece ha subito il primo declino di ricavi della storia (-2%) a causa del taglio dei budget pubblicitari delle imprese colpite dalla pandemia. Anche gli utili sono diminuiti. Sia fatturato che utili hanno però battuto le stime degli analisti.

Le big del tech (Apple, Amazon, Facebook e Google) sono state chiamate in audizione davanti alla commissione Giustizia della Camera per discutere di temi legati all’Antitrust. I timori sono che un’eccessiva crescita di queste società porti ad effetti anticoncorrenziali. I ceo delle quattro aziende sostengono di dovere affrontare una dura concorrenza che li porta a servire sempre meglio i clienti e innovare in continuazione. Se è vero, da un lato, che i potenziali entranti vengono spesso acquisiti (vedi Instagram o Whattsapp) è anche vero, dall’altro che si assiste ad una continua discesa dei prezzi di alcuni servizi che talvolta sono diventati addirittura gratuiti.

Il peso che tali società hanno sugli indici di borsa e sul Pil americano è tale che eventuali misure restrittive rischierebbero di avere impatti sui listini e sull’economia, cosa non particolarmente benvenuta durante questo anno elettorale.

A proposito delle elezioni americane di novembre il presidente Trump ha chiesto un rinvio a causa del dilagare dell’epidemia.

QUESTA SETTIMANA

Inizia il mese di agosto che statisticamente è caratterizzato da una diminuzione della liquidità e da una maggiore vulnerabilità del mercato ad eventi e notizie forti.

Fra i dati macro della settimana segnaliamo:

  • Cina: pubblicato oggi il dato su Caixin PMI manifatturiero di agosto in ripresa a 52.8 da 51.2.

Mercoledì 5 verranno pubblicati anche il dato sui servizi e aggregato composite;

  • Eurozona: questa mattina sono stati pubblicati i dati PMI manifatturieri riferiti al mese di luglio che vedono un rimbalzo del dato aggregato a 51.8 da 51 con un forte contributo positivo da Italia (51.9 da 47.5) e Spagna (53.5 da 49) che si riportano sopra la soglia di espansione;

Mercoledì 5 sarà la volta dei PMI servizi e composite attesi in linea con il dato precedente (54.8) ma un rimbalzo, come per i manifatturieri, per Italia e Spagna (che a differenza di Francia e Germania non pubblicano i dati preliminari);

  • Stati Uniti: lunedì pomeriggio verranno pubblicati i dati di fiducia ISM e mercoledì 5 quelli PMI servizi e complessivo. Importanti, venerdì 7, i dati sul mercato del lavoro americano per i quali si attende una crescita dei nuovi occupati per il terzo mese consecutivo con un tasso di disoccupazione che dovrebbe passare dall’11.1% al 10.5%.

In generale, una prosecuzione della ripresa nei dati di fiducia delle imprese e nel mercato del lavoro americano sarebbe importante per contrastare l’eventuale debolezza delle trimestrali e/o peggioramenti dei dati sui contagi.

Negli Stati Uniti l’attenzione sarà rivolta al Congresso dove si sta discutendo il quinto pacchetto di misure di stimolo fiscale in sostituzione delle misure che vanno verso la scadenza: ricordiamo che si parla di manovra da 1-1.5 trillioni di dollari.

Giovedì si riunirà la Bank of England: non sono attese particolari modifiche all’attuale politica monetaria (tassi fermi a 0.1%).

CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE

Talvolta può succedere che il mercato prenda improvvisamente atto della difficile situazione economica e ritracci nella componente azionaria con flussi verso quella obbligazionaria governativa (“flight to quality”).

A metà della settimana appena trascorsa è successo esattamente così: il trigger della correzione sono stati i dati macroeconomici relativi soprattutto al Pil del terzo trimestre e qualche trimestrale particolarmente deludente.

Sappiamo bene che si tratta di dati riferiti ad un trimestre passato (quindi “backward looking”) e sappiamo anche che il mercato tende a scontare invece eventi futuri che, magari, si possono dedurre dai dati di fiducia delle imprese PMI (quindi “forward looking”).

Ma, come abbiamo già scritto in questa sede, quando il mercato tende a discostarsi troppo dai fondamentali ci sono dei momenti in cui si decide di fare il punto della situazione e cerca di riallinearsi alla dura realtà, da qui le correzioni (anche violente).

La stagionalità, ripetiamo, non è certamente favorevole dato che la liquidità tende a ridursi in agosto ed ogni notizia rischia di scatenare una reazione oggettivamente esagerata.

Agosto, infatti, statisticamente è stato un periodo in cui si sono verificati eventi particolarmente negativi (ad esempio la crisi finanziaria russa del 1998 o, più recentemente, la svalutazione del Renmimbi nel 2015) e gli investitori possono ritenere opportuno non prendere particolari rischi e magari mettere il portafoglio più in sicurezza.

Questo giustificherebbe il movimento di consolidamento di fine luglio così come il movimento dell’oro e del dollaro.

E’ importante, ribadiamo, mantenere una propria idea e impostazione di fondo per poi essere in grado di sfruttare le opportunità che il mercato crea. E’, però, altrettanto importante monitorare gli eventi per modificare tale impostazione di fondo, qualora si verifichi qualcosa che impatta sulle assunzioni alla base della costruzione del portafoglio e ne determina dei cambiamenti.

Le nostre linee di gestione hanno beneficiato, questa settimana, così come in tutto il mese di luglio, del forte movimento dell’oro e, ancora, del mercato azionario americano soprattutto nella componente tecnologica. La parte obbligazionaria ha proseguito nel suo recupero. Elementi di disturbo sono stati il dollaro, e in generale la diversificazione valutaria, e il settore bancario europeo.