COMMENTO da inizio agosto
Il mese di agosto è iniziato positivamente per i mercati azionari che nel complesso hanno guadagnato il 3.8% (MSCI World): il Nasdaq è stato ancora il traino principale dei listini americani continuando a fare nuovi massimi e arrivando a mettere a segno una performance del 33% da inizio anno. Rendimenti governativi stabili: il decennale americano ha visto un incremento del rendimento che lo ha distaccato dal minimo di 0.50% toccato a inizio mese. Sul fronte valutario segnaliamo il cambio EUR/USD che, dopo avere rotto il livello di 1.18 e quasi raggiunto 1.20, si sta ora muovendo nel trading range 1.17/1.20. Il movimento pro-ciclico dei mercati ha favorito le materie prime, soprattutto energetiche, mentre fra i metalli preziosi segnaliamo l’oro: il metallo giallo è riuscito a superare i 2000 dollari/oncia per poi leggermente ritracciare; l’argento, invece, ha messo a segno un bel guadagno (+9%) in quanto più legato all’attività economica. Anche gli indicatori di volatilità degli indici azionari (Vix per S&P500 e Vstoxx per Eurostoxx50) si sono assestati sui livelli vicini al periodo pre-pandemia a conferma del clima positivo sui risky assets.
Analizzando brevemente i principali dati macro usciti nel periodo emerge, nel complesso, un quadro positivo:
- I PMI (che esprimono la fiducia delle imprese) per il mese di luglio, nelle principali aree, e l’ISM per gli Stati Uniti sono ulteriormente saliti da livelli già in fase di espansione (>50); in Eurozona sia il dato composite che le sue componenti (servizi e manifatturiero) si sono portate sopra il livello di 50 grazie, anche, al recupero di Italia e Germania; l’aumento dei contagi in Europa ha portato ad un leggero peggioramento delle stime preliminari per agosto che, però, si mantengono sopra la soglia di espansione;
- il mercato del lavoro americano, per il mese di luglio, ha mostrato leggeri miglioramenti con il tasso di disoccupazione sceso a 10.2% (da 11.1% di giugno) accompagnato da un incremento dell’inflazione salariale;
- sempre negli USA continuano a salire le vendite al dettaglio anche se ad un ritmo decisamente inferiore al precedente.
In generale si tratta di dati complessivamente buoni e, anche analizzando l’andamento degli Economic Surprise Indices elaborati da Citigroup, si nota come, sia negli Stati Uniti che in Europa, siano stabilmente migliori delle aspettative pur con un ritmo di crescita attenuato.
Per quanto riguarda il tema della pandemia la situazione è stabile con leggeri e inevitabili aumenti dei casi dovuti al maggior numero di tamponi e agli spostamenti per le vacanze dell’ultimo periodo. Nonostante ciò, i mercati si concentrano sulle notizie legate ai progressi che vengono fatti nella ricerca di vaccini. La Russia, a sorpresa, annuncia i buoni risultati (testati anche sulla figlia di Putin!) di un nuovo vaccino, chiamato “Sputnik5”, che tuttavia per le modalità di utilizzo potrebbe avere un costo tale da non renderlo accessibile a tutti. Anche Pfizer dichiara che il suo vaccino sta dando buoni risultati e verrà sottoposto all’approvazione dell’FDA americana (Food and Drug Administration) ad ottobre. Di oggi, infine, la notizia relativa all’approvazione da parte della FDA dell’utilizzo del plasma iperimmune per la cura dei casi più gravi. In generale, tutti i paesi si stanno portando avanti, “prenotando” dosi di vaccini che devono ancora essere testati in fase tre.
Fra Cina e Stati Uniti la situazione è altalenante: si cerca di fare il punto sull’accordo firmato a inizio anno e la Cina non sembra avervi adempiuto puntualmente guardando agli acquisti di prodotti Usa; gli Stati Uniti, dal canto loro, continuano a penalizzare Huawei (impedendole di partecipare al 5G) e prendendo di mira anche la app TikTok. Trump, infatti, vorrebbe bandire il social network amato dagli adolescenti in quanto di proprietà della cinese Bytedance accusata di non gestire correttamente il tema della privacy e di fornire informazioni al governo cinese. Microsoft sarebbe interessata all’acquisizione di TikTok per ottenere i dati necessari per capire gli interessi degli utenti. A metà settembre la situazione si dovrebbe meglio definire.
QUESTA SETTIMANA
Occhi sempre puntati sull’evoluzione della pandemia tra paesi che tentano di rimuovere le restrizioni e quelli che, invece, devono circoscrivere eventuali focolai.
Prosegue la campagna elettorale americana con la Convention Repubblicana e il discorso finale di Trump previsto per giovedì 27.
In settimana saranno pubblicati i dati settimanali sul mercato del lavoro americano dai quali si potrà evincere se ci saranno ancora miglioramenti.
Negli Stati Uniti molta attenzione verrà posta sulle notizie circa un accordo fra repubblicani e democratici sul nuovo pacchetto fiscale di stimoli.
L’annuale simposio di Jackson Hole (Wyoming) si terrà in streaming da parte della Fed di Kansas City e avrà come tema “Navigating the decade ahead: implication for monetary policy”. Ovviamente importante il discorso che terrà il presidente della Fed Jerome Powell.
Intanto in Europa proseguono le negoziazioni informali fra Regno Unito e UE per definire i futuri rapporti commerciali.
CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE
Il mese di agosto prosegue, per ora, sotto controllo. I volumi, pur inferiori rispetto al resto dell’anno, sono stati in alcuni giorni addirittura al di sopra della media del periodo.
Da monitorare con attenzione il mercato obbligazionario dove il rischio è che, prima o poi, l’enorme spesa fiscale possa portare gli investitori a richiedere rendimenti più alti di quelli attuali. Le politiche monetarie sono iper-accomodanti e sappiamo che lo saranno ancora a lungo, ma il mercato impiega poco a prezzare uno scenario diverso qualora il debito raggiunga livelli troppo elevati o emergano segnali di inflazione. Per questo motivo, almeno negli Stati Uniti, un’eventuale decisione da parte della Fed di controllare la Yield Curve (di cui abbiamo parlato già) sul modello giapponese, mantenendo i tassi stabili, potrebbe aiutare a sostenere il comparto obbligazionario e, di conseguenza, quello azionario soprattutto a più alta crescita.
Ovviamente, affinché tutto ciò si verifichi, deve essere assolutamente evitato un nuovo lockdown e quindi la situazione della pandemia deve rimanere sotto controllo, evitando un aumento ulteriore della spesa pubblica. Lo scenario cambierà favorevolmente qualora si trovassero uno o più vaccini validi e testati (ragionevolmente nella primavera del 2021) in grado di porre fine ai contagi.
Il mercato sta proseguendo tranquillo nel suo andamento e prezza esattamente questo scenario. Ovviamente qualunque elemento divergente da quelli sposati degli investitori (no lockdown, sì tassi bassi) può provocare dei ritracciamenti.
Per gli indici americani abbiamo assistito al recupero più veloce della storia. Non è facile individuare potenziali nuovi catalyst (oltre alla scoperta di un vaccino prima dei tempi stimati) che spingano ulteriormente e violentemente al rialzo i listini quindi si naviga un po’ a vista consapevoli che i mercati, in assenza di notizie negative, possono tranquillamente proseguire inerzialmente.
Ad oggi l’elemento che catalizza la maggiore attenzione è rappresentato dall’avvicinarsi delle elezioni americane (3 novembre). Pur con modalità diverse (le convention sono virtuali) la campagna elettorale sta entrando nel vivo. Il rally dei mercati dall’elezione di Trump nel 2016 conferma che un presidente repubblicano è considerato maggiormente “market friendly”, soprattutto per il tema della tassazione e regolamentazione, tuttavia Biden non è così estremo come lo erano i potenziali candidati democratici alternativi e, soprattutto, una spaccatura del Congresso fra Repubblicani e Democratici potrebbe aiutare ad evitare decisioni troppo estreme indipendentemente dal vincitore alla Casa Bianca. Ad ogni modo, come sempre, il risultato delle elezioni porrà fine all’incertezza e quindi sarà una buona notizia (a meno che vinca Biden e le due camere vadano ai democratici). Nei sondaggi il divario fra Trump e l’avversario Biden è fra 4 e 10 punti a favore del secondo.
Da inizio mese le nostre linee di gestione hanno realizzato buone performance soprattutto, ovviamente, quelle a maggiore componente azionaria (Chronos in primis). Nelle linee bilanciate in gestione si è deciso di prendere profitto sulla tecnologia americana aumentando, nel contempo, la componente dollaro: è stato, quindi, venduto l’ETF Amundi Nasdaq coperto sul cambio ed è stato acquistato l’ETF iShares Dow Jones Industrial che pur mantenendo l’esposizione al mercato americano (replica l’indice Dow Jones) e in parte alla tecnologia, ha una maggiore diversificazione settoriale ed è esposto al cambio EUR/USD.